La pensione di reversibilità può essere erogata al nipote in seguito alla morte del nonno. C’è solo un’importante condizione da rispettare.
Una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che l’accesso alla pensione di reversibilità spetta anche ai nipoti dopo la morte del nonno ma solo ad alcune condizioni stringenti.
Parliamo di pensione di reversibilità per indicare il trattamento erogato ai superstiti di un pensionato INPS defunto. L’assegno viene erogato mensilmente e corrisponde ad una quota della pensione percepita dal de cuius. Tale quota varia in base al reddito del superstite, dal grado di parentela e dal numero dei superstiti. Attenzione a non confondere la reversibilità con la pensione indiretta, erogata in favore dei familiari di un lavoratore assicurato INPS.
La differenza è che la prima misura è sempre erogata mentre la seconda solo se sussistono alcune condizioni come 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa prima del decesso o 5 anni di anzianità di cui minimo tre nei cinque anni precedenti alla morte. Tornando alla reversibilità occorre sottolineare i familiari che ne hanno diritto. Il coniuge (anche se separato oppure divorziato se percettore di assegno divorziale e non ha convolato a nuove nozze), i figli minorenni, inabili, maggiorenni studenti a carico.
Quando spetta la reversibilità al nipote del nonno defunto
In assenza di coniuge o figli (o se non hanno diritto alla reversibilità) rientrano tra i superstiti i genitori over 65 a carico del deceduto, i fratelli celibi e le sorelle nubili a carico del de cuius e inabili al lavoro. Recentemente la Cassazione con la sentenza numero 88 del 5 aprile 2022 ha sottolineato come anche i nipoti di un nonno pensionato deceduto possano essere considerati superstiti con diritto alla pensione di reversibilità. Condizione necessaria è che siano orfani e inabili al lavoro e maggiorenni.
La sentenza ha stabilito, dunque, l’incostituzionalità dell’articolo 38 del DPR numero 818 del 1957 che creava una disparità evidente tra figli del deceduto maggiorenni inabili al lavoro percettori della pensione di reversibilità e nipoti del deceduto maggiorenni, inabili al lavoro e orfani esclusi dai superstiti. Quest’ultimi sono da considerarsi soggetti fragili e non in grado di sostenersi in autonomia a causa della perdita dei genitori prima, dei nonni poi e dell’inabilità di cui soffrono. Di conseguenza la Cassazione ha stabilito come entrino di diritto nell’elenco dei superstiti che potrebbero ottenere la pensione di reversibilità rispettando le citate condizioni. Non è chiaro in che misura spetterà il trattamento non essendo ancora stato aggiornato il sito dell’INPS nella sezione delle quote erogate ai superstiti.