Basta sentirsi dire che le liste d’attesa sono chiuse e stop a prenotazioni a distanza di anni. Tuteliamo il nostro diritto alla salute.
Da più di 20 anni c’è una norma che impedisce lunghi tempi di attesa per accedere ad una prestazione sanitaria. Si tratta del Dlgs 124 del 1998, una misura che tutela i pazienti e consente loro di effettuare una visita privata pagando solo il ticket sanitario.
Ignorare significa vedersi ledere i diritti senza esserne consapevoli. Quante volte abbiamo rinunciato ad un controllo per i lunghi tempi di attesa. Si stima che nel 2023 circa 3 milioni di cittadini hanno rinunciato a curarsi proprio a cause delle attese troppo lontane e della mancanza di soldi per potersi permettere un medico privato. Questa è una vera e propria emergenza nazionale che in realtà non dovrebbe esistere proprio perché la Legge che tutela i cittadini e il loro diritto a curarsi c’è.
Stabilisce precise tempistiche che andrebbero rispettate a seconda che si tratti di una prima visita, di un esame diagnostico oppure in base all’urgenza. Il Ministro della Salute lo ha ribadito durante il Festival dell’Economia di Trento parlando di 30 giorni al massimo per una risonanza magnetica. Parole al vento visto che in molti casi i cittadini si scontrano ancora con le liste di attesa chiuse (che dunque sono illegali).
Sebbene la Legge ci sia serve un nuovo Decreto per ideare uno strumento che permetta ai cittadini di ottenere la prestazione di cui necessitano nei tempi giusti. Il Consiglio dei Ministri è al lavoro ma considerando che ancora gli italiani sono in attesa del Decreto attuativo che tolga i Buoni Fruttiferi e i Titoli di Stato dal calcolo ISEE promesso nove mesi fa immaginiamo che si sarà da attendere diversi mesi.
Al momento si può cercare di fare leva sulla Legge già esistente che prevede come in caso di liste chiuse o di prenotazioni a distanza di troppi mesi sia possibile effettuare una visita privata intramoenia pagando solo il ticket. La differenza sarà corrisposta dall’ASL di competenza territoriale. Teoricamente bisognerebbe recarsi presso un ufficio ASL per compilare il modulo con la richiesta di rimborso ma in pratica tale procedura sembra di difficile realizzazione. C’è ancora molto, come detto, da lavorare per arrivare ad un risultato efficace. Ciò che è certo è la creazione di una piattaforma volta al monitoraggio in tempo reale delle liste di attesa per ogni Regione.
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